Pubblicato su politicadomani Num 90 - Aprile 2009

Notizie dalla Campania
Napoli. Il neoassessore
al bilancio risponde

Da una intervista pubblicata su Corriere della Sera-Corriere del Mezzogiorno del 4 marzo 2009

Sono 144 i milioni di euro che mancheranno nelle casse comunali di Napoli nel 2009 rispetto al 2008. Di questi, 50 milioni verranno a mancare a causa dei minori conferimenti da parte dello Stato.
"Qui l'unico modo per far quadrare i conti sarebbe una politica di lacrime e di sangue, che colpirebbe in modo indiscriminato i redditi, i posti di lavoro e la erogazione dei servizi essenziali", prevede Riccardo Realfonzo, il nuovo assessore al bilancio del Comune di Napoli.

Alla domanda se privatizzerà la gestione dei servizi idrici risponde di no. Il servizio privato non dà garanzie sull'aumento di efficienza e, di norma, porta all'aumento delle tariffe, dice Realfonzo. Inoltre, osserva, è incredibile che si possa proporre di privatizzare il servizio idrico quando si pensa di dare aiuti statali alle banche. Per di più, aggiungiamo noi, il denaro con cui eventualmente si finanzierebbe il privato perché possa acquistare il servizio dal comune non verrebbe poi, in una sorta di diabolica partita di giro, proprio da quei 50 milioni di euro sottratti al comune perché lo stato deve "aiutare" le banche ad erogare finanziamenti ai privati?
E la tassa sui rifiuti, aumenterà la Tarsu a Napoli? Assolutamente no, risponde l'assessore, anche se una legge nazionale vorrebbe imporlo. Non c'è la garanzia che il problema sia stato effettivamente risolto e non si saprebbe come distribuire in modo differenziato questi maggiori costi tra le varie fasce sociali della popolazione.

Dove trovare, allora il denaro per colmare il buco di bilancio?
Lotta agli sprechi - consulenze inspiegabili, consigli di amministrazione che non servono, spese dirigenziali fuori controllo - propone l'assessore. Ma anche il recupero dei crediti "di dimensioni scandalose" del comune.
Non basta però - aggiunge - per evitare la contrazione dei redditi, la perdita di posti di lavoro e un robusto taglio nella erogazione dei servizi di base. Sarà necessario un contributo molto maggiore da parte della Regione e occorrerà che il Governo, come ha fatto per Roma e Catania, dia di più anche a Napoli.
Una ricetta antica che, senza un progetto credibile di spinta allo sviluppo, una sorta di contropartita volta a dispiegare le energie positive presenti sul territorio e a far partire i tanti progetti in attesa di essere liberati da ritardi burocratici e rallentamenti più o meno interessati, si è dimostrata inefficace. Anzi, dannosa.

 

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